sabato 25 aprile 2015

LIBERTA' SEMPRE

Quest’anno sono 70. Auguri Liberazione. E’ ancora giovane per mandarla in pensione. E’ sempre al centro dell’attenzione. Soprattutto quest’anno. Fa discutere, arrabbiare, spesso senza motivo e senza ragione. Ecco la polemica del settantesimo. Ricordare non solo i partigiani ma anche i fascisti. Bene, perché no. Ricordiamo vincitori e vinti. Peccato che non è la loro festa. Ma quella della liberazione dalla dittatura e il passaggio alla democrazia. Gli uomini sono stato il mezzo. Ma oggi festeggiamo la libertà. Non le persone. Sono cose differenti. Senza la libertà gli uomini non contano nulla. Qui non c’è tifo da stadio. Davanti ai morti si è tutti uguali, partigiani e fascisti. Soprattutto dinnanzi alle stragi, ai genocidi, a tutte quelle morti che sono avvenute per principio. Sono i peggiori e non c’entrano nulla con la libertà. Raggiunta con una guerra che ha fatto migliaia di caduti, alcuni che lottavano per la Liberazione, che stavano dalla parte giusta e altri che invece volevano tenersi la dittatura senza sapere nemmeno quale atrocità fosse. Le guerre non ci dovrebbero essere; bisognerebbe discutere allo sfinimento e decidere a maggioranza: la democrazia lo permette, la dittatura no. Ma oggi si festeggia la liberazione, non altro. Gli stermini, i genocidi, le uccisioni di massa vanno ricordati per non essere più ripetuti; ma oggi festeggiamo la libertà. Perché i morti, tutti i morti sono uguali. Quelli più prevedibili delle guerre e quelli incomprensibili dei massacri. Ma il 25 aprile è la festa della liberazione; festeggio lei sapendo che a lei non c’è alternativa. W la libertà, evviva la Liberazione.

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