martedì 3 aprile 2012

I POLITICI PROPONGONO, I CITTADINI VOTANO

Se un politico vi chiede di aiutarlo a scrivere il programma, sotto elezioni, diffidate. Davvero, non scherzo. Per definizione il politico è il rappresentante degli elettori e lo è non solo per i voti che ha preso, ma anche per il fatto che ha deciso di candidarsi. Se si è candidato, ci si augura, abbia delle idee da proporre per cambiare o migliorare la nostra città, il nostro Paese, la nostra società. Ma ecco che se le idee le chiede a noi, in prossimità della imminente tornata elettorale, dobbiamo sospettare. Perché se ha bisogno delle nostre indicazioni o non ha idee e di conseguenza è meglio che non faccia il politico o peggio se le ha, lo fa solo per aggraziarsi i cittadini, spesso senza poi rispettare le nostre proposte.
Sarebbe meglio allora, più semplicemente, che i candidati sindaci, consiglieri e perché no parlamentari, dicano ai cittadini cosa farebbero per migliorare la situazione e ascoltino le critiche, positive e negative, che gli elettori potranno democraticamente fare. Troppo facile far esporre prima il cittadino e poi plasmare le proprie convinzioni in base a quello che i potenziali votanti dicono.
Le elezioni servono anche a premiare chi ha le idee migliori, più innovative e chi, tra i candidati, conosce meglio le problematicità della gente.
Era bella l’idea che un partito italiano fece alle scorse elezioni politiche: i cittadini si esprimano sulle primarie delle idee e non sui nomi; i partiti avrebbero dovuto elencare le proprie priorità e su quelle, confrontarsi con i cittadini per migliorarle e trasformarle poi in programma. Prima il progetto politico e poi il confronto e non, cari miei, il contrario. Così i politici propongono e i cittadini valutano. Ristabilendo l’equilibrio della democrazia. Il rapporto con i cittadini va tenuto prima e non solo vicino alle elezioni.

lunedì 2 aprile 2012

EMMA FOR PRESIDENT (...DEL CONSIGLIO PERO')

Napolitano si è augurato che il prossimo Presidente della Repubblica Italiana sia donna. Molti hanno subito pensato, e candidato, Emma Bonino. Io no, nonostante Emma sia una delle persone di cui ho maggiormente stima sia personale che politica. Brevemente ecco il perché.
La figura del Presidente della Repubblica in Italia è, per dirla semplicisticamente, di secondo piano, o come direbbe più elegantemente qualcuno, di garanzia istituzionale. Emma invece è una combattente, una pragmatica, una donna d’azione: il suo attivismo sarebbe sprecato.
Sarebbero felici i radicali, che potrebbero dire di aver espresso la prima donna alla presidenza della Repubblica, facendo così contento Pannella, ma non faremmo il bene degli italiani.
Se invece devo candidare Emma ad una carica importante dello Stato, la indicherei alla Presidenza del Consiglio; un ruolo operativo e di sostanza. Sarebbe bello che tutto il centrosinistra, in barba alla farsa delle finte primarie, candidasse Emma a sua leader unitaria: ne gioverebbe la sinistra, ne gioverebbe l’Italia.