martedì 29 novembre 2011

B. NON LASCERA' MAI B.

Nonostante i tanti proclami populistici di questi giorni, i leghisti e soprattutto Umberto Bossi non tradiranno mai il loro fedele alleato Silvio Berlusconi. Questi, a mio avviso, i motivi:
  • la Lega ha pochi soldi e forse molti debiti
  • la Lega ha sempre meno voti
  • la Lega ho troppi posti da garantire
  • Tremonti non ha abbastanza potere nel centro-destra
Forse per questi motivi è in atto una battaglia all’interno del Carroccio con Bobo Maroni fomentatore della rivolta; ma quando gli ricorderanno che lui ha potuto fare il Ministro solo grazie al Berlusca, anche i suoi toni di calmeranno.
Poi c’è il contorno con i Calderoli, i Castelli, i Cota e gli Zaia che starnazzano politica quando il senatur chiama. L’unica difficoltà potrebbe essere Tosi ma quando verrà riconfermato sindaco di Verona, farà la pace con il leader Umberto.
Non esiste ancora nella Lega chi può sostituire per leadership e volontà il Bossi; anzi se vogliono ancora contare qualcosa nel dopo Monti, credo che debbano augurargli lunga vita.

sabato 19 novembre 2011

COMICO CONTRAPPASSO

Mi fa molto ridere vedere votare insieme, o meglio appoggiare lo stesso governo, Berlusconi e Bersani, Franceschini e Gasparri, D'Alema e Cicchitto. Il tutto benedetto dal giustiziere di Di Pietro. E' la giusta fine per una classe politica mediocre, che sia quando ha governato che quando è stata all'opposizione non ha saputo fare il proprio mestiere.
Un contrappasso dantesco ben fatto.
Tante parole e pochissimi fatti, dal 1992 ad oggi. Molti richiami al cambiamento ma nessuna reale rivoluzione, né liberale, né socialdemocratica (purtroppo).
I vecchi parlamentari come i nuovi rottamatori detestano sempre di piu' la gente e adorano la cadrega. 
Si contano forse sulle dita delle mani i politici che fanno davvero con passione questo lavoro e purtroppo, molti, non sono neppure in Parlamento.

lunedì 14 novembre 2011

COMPLOTTIAMOCI SOPRA

Bisogna stare attenti, vigilare. In questi giorni, ovunque vi girate, è pieno di 007 da bar che gridano al complotto contro l’Italia. Ad ordirlo sarebbero stati i poteri forti (cazzo quelli deboli no di certo…), uomini senza nome né volto della finanza speculativa, dell’imprenditoria massonica, dell’economia cattedratica. Quasi un golpe organizzato così bene e con grande stile che nessuno se n’è accorto, ma che ha portato tutti, dalle agenzie di rating all’ultimo dei cittadini italiani, a credere che viviamo in uno Stato sul baratro della crisi economica e finanziaria. Tutto questo sbattimento per far fuori Berlusconi, Bersani e tutti gli inetti politici italiani. Tutto questo per mettere un gruppo di prestanomi banchieri alla guida dello stato. Un colpo di stato fatto non con l’esercito, ma con le banche.
Ma questo è vero o è pura fantapolitica o fantaeconomia? Sa molto di grande balla inventata da qualcuno che è stato fatto fuori. E gli unici a essere fatti fuori sono stati i politici.
Come è successo nel 1992 con Tangentopoli andava cambiata una classe politica che ormai aveva messo i propri tentacoli ovunque e che non sarebbe mai stata rimossa se non con un colpo di mano, appunto, in quel caso giudiziario. Allora venne dato fiducia ai politici che al potere non c’erano mai stati o c’erano stati poco, solo perché alla gente (ma solo all’opinione pubblica) apparivano non troppo immanicati.
Oggi questo non si poteva fare perché tutta la classe politica sembra compromessa e di conseguenza agli occhi del mondo l’unica soluzione è quella di un governo tecnico. La debolezza dei politici la conoscono bene anche loro tanto che nessuno, se non un manipolo di “Signor NO”, hanno sostenuto questo tipo di esecutivo.