lunedì 25 novembre 2013

LE 2 P. E LE PUTTANE NON C'ENTRANO.

Voi avete capito perché Alfano si è staccato da Berlusconi? Avete per caso intuito come mai Bossi vuole tornare e far fuori Maroni? Come mai nel PD ci sono 4 candidati alla segreteria e almeno 5 correnti diverse pronte ognuna a fare una mitica scissione? Oppure perché in Scelta Civica dove professavano educazione e aplomb inglese si sono insultati fino a separarsi miseramente? Per due p: potere e poltrone. Ovvio direte voi,la politica è sempre stata potere e poltrone. Si è vero, ma nella Repubblica n. 1 c'era anche la politica e la valorizzazione dei partiti. Oggi è rimasta la valorizzazione, ma solo dei singoli personaggi. Così opportunisticamente Alfano strappa, ma due minuti dopo dice che sarà alleato con FI: ragazzi che coraggio! Oliviero, condottiere per anni delle ACLI, cattolico, manda a quel Paese Monti che lo ha portato in Parlamento: evviva la gratitudine!

giovedì 21 novembre 2013

O FAMO STRANO!

Molti dicono che sarebbe meglio quello inglese. Altri quello francese. Per certi sarebbe meglio farle con lo spagnolo. Ultimamente va di moda anche il tedesco. Nessuna malizia, mi raccomando. Stiamo parlando del sistema elettorale. Quel sistema che dopo il 1992 siamo riusciti talmente a peggiorarlo da renderlo per niente rappresentativo. Quel sistema che tutti promettono di cambiare, ma che in fondo nessuno vuole modificare.
E se il problema non fosse lì? Se la domanda che ci dobbiamo fare non fosse che sistema elettorale vogliamo? Se quella giusta fosse “ma che partiti abbiamo oggi?”
Perché il sistema partitico è direttamente legato al sistema elettorale che un Paese deve avere. Dove ci sono partiti deboli, simili a comitati elettorali (vedi Inghilterra, America e Francia) il sistema elettorale è molto forte, stabilizzato da un sistema presidenziale di stampo parlamentare con un leader difficilmente rimuovibile. Dove, invece, i partiti sono molto rappresentativi, con una presenza territoriale diffusa e una partecipazione corposa, con tanti militanti, allora anche un sistema elettorale più debole può garantire la stabilità (vedi Spagna e Germania)

domenica 3 novembre 2013

SENZA LAVORO NON SI ASSUME

Oggi molti giornali titolano sul fallimento del bonus assunzioni per i giovani.
Era evidente che una norma che agevolava l’ingresso di nuovi lavoratori nelle aziende non sarebbe stata utile in questo periodo. Si può incentivare un imprenditore a fare nuove assunzioni seppur agevolate se non ha nuove commesse o peggio deve sopravvivere con le vecchie che diminuiscono? Certamente no. E’ una pazzia solo il pensarlo. Invece questo Governo di salvezza nazionale non solo lo ha ideato ma lo ha anche messo in pratica. Con che risultato? Schifoso. Quasi 14 mila domande presentate di cui un 80% accolte (non si capisce perché non il 100% visto che sono state pochissime le richieste) corrispondono ad altrettante assunzioni. Sapete a quanto corrisponde numericamente la disoccupazione giovanile del 40%? Oltre 650 mila ragazzi tra i 15 e 24 anni. Pertanto l'ideona del Governo è servito solo a sistemare meno del 2% di questa popolazione. O meglio ad aiutare chi avrebbe assunto comunque. Direi un successone. Da vergogna. Fino a quando non si penserà a sviluppo e crescita, a defiscalizzazione su investimenti e nuove commesse, permettendo prezzi più competitivi, l’occupazione non aumenterà. Ma sembra che, oltre alle parole, questo sia un falso problema per la larga intesa.