sabato 15 giugno 2013

LET(T)ARGO

Letta è una brava persona. Ma soprattutto è un bravo politico. Anche se le due caratteristiche possono apparire inconciliabili, in lui coesistono. Forse questo sarà il motivo della sua sconfitta. Ha un vantaggio rispetto a tutti gli altri: è democristiano, di quelli veraci e capaci e questo, forse, lo salverà.
Letta guida il governo più difficile e insieme più ridicolo della storia della Repubblica italiana. E’ il leader del parlamento più giovane ma anche più incompetente della nostra storia. Parlamentari che parlano a caso, senza saper cosa dire, che per andare in televisione, anche per poco, venderebbero la propria madre (l’anima l’hanno già venduta) e che dopo le belle parole sulla coerenza e sui tagli degli stipendio, sanno benissimo che senza quel posto, si ritroverebbero disoccupati.

In questa situazione Letta e il suo Governo si devono muovere. Ma cosa devono fare? Rilanciare l’economia, riformare le leggi sul lavoro? Ampliare i diritti civili? Creare un nuovo welfare? No, signori, niente di tutto questo.  Ne verrebbero fuori tante schifezze che invece che farci progredire ci farebbero tornare indietro di qualche decennio. Pensate a quanti equilibri andrebbero considerati, quanti compromessi andrebbero fatti. Risultato: cambiare tutto per non cambiare un cazzo.
No caro Letta, tu hai un solo ed unico compito per cui o sarai ricordato per sempre o dimenticato, o peggio, dileggiato, come un politicante qualsiasi. Il tuo obiettivo è quello di rifare la legge elettorale. Ebbene si, questo mostro che dopo il proporzionale, dal 1992 ad oggi si è rinnovato sotto le peggiori forme, ognuna delle quali ha fatto nascere miseri governicchi senza alcuna stabilità oggettiva.
La nuova legge dovrebbe essere da un lato abbastanza autoritaria perché gli italiani hanno da sempre bisogno di una guida forte e dall’altro dovrebbe essere controllabile perché il nostro popolo, come abbiamo visto in passato, è capace di grandi pazzie e è incline al leccaculismo.
Naturalmente la strada è tutta in salita. Ci saranno molte spinte conservatrici perché a molti garantiscono un posto a vita; ci saranno molte spinte di opportunità perché ogni partito, ogni movimento penserà a quale meccanismo elettorale è meglio per lui. Pochi penseranno al popolo, penseranno ad una legge chiara, semplice che permetta ad ogni cittadino di ritrovarsi in parlamento il candidato che ha votato o meglio a capo del governo uno che si è presentato per farlo.

Ma questa potrebbe essere l’ultima occasione, non solo per Letta, ma per tutta la classe politica italiana. Dopo questo a noi che siamo decisamente un popolo mite, incline al compromesso, al lasciar correre, manca solo la rivoluzione. Quella vera.

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