martedì 13 dicembre 2011

DISORDINI PROFESSIONALI

Gli ordini non servono a nulla. Lo sappiamo tutti. Nessun governo, però, nonostante lo abbia anche scritto nel proprio programma elettorale è riuscito a abolirli. Per solo paraculismo, opportunismo. Contro i vantaggi per le nuove generazioni e la crescita possibile. Questo governo poteva farlo usando ancora un po’ di quel coraggio che ha avuto nell’affrontare la delicata questione delle pensioni. Invece sembra che ciò non accadrà. I veti e le minacce di sciopero di alcuni ordini professionali potrebbero bloccare la riforma. 
I più incattiviti in queste ultime ore sembrano essere i farmacisti. Effettivamente è un lavoro duro, difficile, con grandi rischi. Solitamente possono farlo solo i figli dei farmacisti o gli sfigati dipendenti delle farmacie comunali che con i primi hanno in comune il camice bianco ma non il reddito. Minacciano di scioperare. Che lo facciano pure. Compreremo i farmaci al supermercato. A ruota ci sono i taxisti. Non si capisce perché. Alcuni di loro hanno pagato salatissima la loro licenza, ma non per questo motivo possono tenere ingessato il mercato e nuove opportunità per chi vorrebbe fare questa professione. Che scioperino pure; affitteremo una macchina con conducente. 
Infine notai, avvocati, medici, architetti e non so quanti altre caste. Tutti personaggi che rivendicano garanzie per i consumatori con la pubblicazione degli ordini. Sottovalutano o sottacciono però il cartello che gli ordini stessi fanno per tariffe e i servizi a discapito, guarda caso, proprio del povero cittadino. 
Davvero tutte palle quelle che vengono dette a difesa degli ordini.
In questo caso creare disordine porterà un sicuro vantaggio agli utilizzatori e ai nuovi professionisti. 

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