lunedì 14 novembre 2011

COMPLOTTIAMOCI SOPRA

Bisogna stare attenti, vigilare. In questi giorni, ovunque vi girate, è pieno di 007 da bar che gridano al complotto contro l’Italia. Ad ordirlo sarebbero stati i poteri forti (cazzo quelli deboli no di certo…), uomini senza nome né volto della finanza speculativa, dell’imprenditoria massonica, dell’economia cattedratica. Quasi un golpe organizzato così bene e con grande stile che nessuno se n’è accorto, ma che ha portato tutti, dalle agenzie di rating all’ultimo dei cittadini italiani, a credere che viviamo in uno Stato sul baratro della crisi economica e finanziaria. Tutto questo sbattimento per far fuori Berlusconi, Bersani e tutti gli inetti politici italiani. Tutto questo per mettere un gruppo di prestanomi banchieri alla guida dello stato. Un colpo di stato fatto non con l’esercito, ma con le banche.
Ma questo è vero o è pura fantapolitica o fantaeconomia? Sa molto di grande balla inventata da qualcuno che è stato fatto fuori. E gli unici a essere fatti fuori sono stati i politici.
Come è successo nel 1992 con Tangentopoli andava cambiata una classe politica che ormai aveva messo i propri tentacoli ovunque e che non sarebbe mai stata rimossa se non con un colpo di mano, appunto, in quel caso giudiziario. Allora venne dato fiducia ai politici che al potere non c’erano mai stati o c’erano stati poco, solo perché alla gente (ma solo all’opinione pubblica) apparivano non troppo immanicati.
Oggi questo non si poteva fare perché tutta la classe politica sembra compromessa e di conseguenza agli occhi del mondo l’unica soluzione è quella di un governo tecnico. La debolezza dei politici la conoscono bene anche loro tanto che nessuno, se non un manipolo di “Signor NO”, hanno sostenuto questo tipo di esecutivo.
Bene, questi i fatti. Ma questo complotto c’è stato, c’è davvero?
Io non credo. Solo una cosa è certa. Quelli che parlano di yacht in mezzo agli oceani con speculatori che ordinavano contro la poltica italiana, nel 1992 come nel 2011, sono quelli che hanno creato il nostro debito pubblico e che non si sono accorti che le risorse non erano infinite e che si sarebbe dovuto introdurre una politica di spesa pubblica piu’ parsimoniosa.
Negli anni 60, 70, 80 del secolo scorso erano giusto investire nel welfare, nella sanità pubblica perché ha permesso di far riprendere questo grande Paese; ma allo stesso modo, a cavallo del secolo nuovo, anche con l’avvento dell’euro era giusto (anche socialmente) cambiare rotta, razionalizzare le spese e dare molta piu’ responsabilità all’individuo, eliminando molto dell’assistenzialismo passato.
Questo non è stato fatto. Questa è l’unica cosa evidente. I complotti sono incerti, il debito pubblico è certissimo.

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