martedì 5 luglio 2011

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Scrive bene Nicola Porro sul Il Giornale di ieri: si fa presto a dire tagli, il problema poi è metterli in pratica.
Nella manovrona del Tremonti padan-nazionalista (neologismo creato or ora) si sarebbe dovuto tagliare di tutto; mancava solo l'aria che respiriamo e poi c'era tutto. Ma come al solito non è stato così.
Tutti si lamentano che bisogna riapsrmiare e quando uno ci prova lo bastonano siano in maggioranza che in opposizione.
E ogni volta ritorna lo stesso ritornello: per salvare il nostro Paese bisogna tagliare i costi della politica.
Cosa verissima e sacrosanta ma non perchè questo risani le nostre finanze (spiega bene Porro come incidono pochi), ma perchè sono vergognosi i privilegi inutili e sfarzosi di quelli che dovrebbero servire il popolo e invece sono regolarmente serviti e riveriti, molto spesso immeritatamente.
Perciò una questione di giustizia e non di denaro.
Invece andrebbero ridotte le pensioni, le spese sanitarie e quelle dei dipendenti pubblici. Ma queste non si toccano. Non si può passare definitivamante ad un regime contributivo e non retributivo per le pensioni, non si può innalzare l'eta pensionabile perchè sarebbe uno scandalo.
Non si possono diminuire i costi della sanità o meglio gli sprechi, non si possono mettere gli ospedali in mano a manager competenti e non a politici trombati perchè sarebbe uno scandalo.
Non si possono licenziare o prepensionare i dipendenti pubblici, bloccare le assunzioni e i rinnovi dei contratti perchè sarebbe uno scandalo.
Sarà tutto scandaloso, ma il debito non si abbatte e il Paese si impoverisce.
Bisogna essere coraggiosi e mettere mano alle riforme, risparmiando sulle vere spese e non sulle azioni populistiche.
Ce la faremo prima o poi? Credo molto poi. Purtroppo.

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