giovedì 21 novembre 2013

O FAMO STRANO!

Molti dicono che sarebbe meglio quello inglese. Altri quello francese. Per certi sarebbe meglio farle con lo spagnolo. Ultimamente va di moda anche il tedesco. Nessuna malizia, mi raccomando. Stiamo parlando del sistema elettorale. Quel sistema che dopo il 1992 siamo riusciti talmente a peggiorarlo da renderlo per niente rappresentativo. Quel sistema che tutti promettono di cambiare, ma che in fondo nessuno vuole modificare.
E se il problema non fosse lì? Se la domanda che ci dobbiamo fare non fosse che sistema elettorale vogliamo? Se quella giusta fosse “ma che partiti abbiamo oggi?”
Perché il sistema partitico è direttamente legato al sistema elettorale che un Paese deve avere. Dove ci sono partiti deboli, simili a comitati elettorali (vedi Inghilterra, America e Francia) il sistema elettorale è molto forte, stabilizzato da un sistema presidenziale di stampo parlamentare con un leader difficilmente rimuovibile. Dove, invece, i partiti sono molto rappresentativi, con una presenza territoriale diffusa e una partecipazione corposa, con tanti militanti, allora anche un sistema elettorale più debole può garantire la stabilità (vedi Spagna e Germania)
A tutto questo, va affiancata anche un’altra questione: quanta importanza vogliamo dare alle istituzioni? Se tanta allora dobbiamo scegliere un metodo presidenziale o semi, se poca va bene anche il proporzionale. Perché in quest’ultimo caso il potere vero è in mano alla partitocrazia e non al Presidente che a sua volta, coordina e gestisce il Parlamento.
Pietro Calamandrei disse "In Italia si è veduta sorgere una dittatura non da un regime a tipo presidenziale, ma da un regime a tipo parlamentare, anzi parlamentaristico, in cui si era verificato proprio il fenomeno della pluralità dei partiti e del'impossibilità di avere un governo appoggiato ad una maggioranza solida che gli permettesse di governare. Le dittature sorgono non dai governi che governano e che durano, ma dall'impossibilità di governare dei governi democratici" 
Se lo chiedete a me, io vorrei un sistema elettorale bi/tri-polare con l’elezione diretta del Presidente della Repubblica che deve avere poteri operativi e decisionali molto forti ma sempre al 100% controllati da un Parlamento eletto in micro-collegi uninominali i cui candidati vengono scelti attraverso delle primarie territoriali.

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