domenica 19 dicembre 2010

BINDI NON ERANO TORTE?

Il nome Bindi  è famoso per la nota marca di dolci presente in molti ristoranti. Purtroppo però Bindi è anche il nome di una simpatica deputata del PD, ex PPI, ex democristiana. L'abbiamo spesso apprezzata per il suo populismo. Per questo non bisogna sorprendersi delle sue ultime dichiarazioni televisive sulla prima repubblica. La nostra Rosy nazionale sta nel PD, perchè, sotto mentite spoglie di un partito democratico (di nome ma non di fatto), ha invece in cuor suo quel senso di rivalsa e di protesta inutile tipico dei grillini, dei dipietristi alla prima maniera, dei leghisti con il cappio. Lo ha dimostrato molto spesso e lo ha confermato anche a Ballarò la scorsa settimana. Se da un lato avrebbe potuto rappresentare il nuovo cattolicesimo socialdemocratico, dall'altro, la Rosy è sempre attratta dalla protesta facile e amata dal popolo disinteressato a capire davvero. Peccato, che a vedere le percentuali del PD, non serva a prendere voti e soprattutto non serva a lei per uscire da quel cattocomunismo radical-chic che l'ha sempre contraddistinta, quello che dice sempre no, che protesta ma che non costruisce. Cioè inutile. Se vuole uscire dalla battuta "è più bella che intelligente" deve cominciare a fare politica e a rispondere con i fatti e non solo con critiche alle richieste della gente.
E da re delle torte, Bindi, in Wikipedia, potrà diventare anche un politico.

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