martedì 5 ottobre 2010

UMBERTONE, AMICO MIO

Ho grande stima di Umberto, anche se probabilmente non condivido quello che dice e neppure quello che solo pensa. Però mi fa simpatia. Credo che dal 1992 sia uno dei pochi veri politici che ci sono nel nostro Parlamento. Mi piaceva di più il Bossi prima maniera, con canottiera e jeans che girava le valli della Lombardia a convincere il popolo che bisognava ribellarsi ai ladroni, che era necessario staccarsi da Roma e dalla sua politica. Lo aiutavano una grande forza di volontà e la determinazione. Si è girato davvero tutta la nostra regione, valle per valle, paesino per paesino cercando di convincere persona per persona a seguirlo . Lo ha fatto con pochi soldi. Ci è riuscito. Ha creato prima un movimento, poi un partito e  infine un modo di essere, quello leghista. E’ un rivoluzionario, un Che Guevara delle montagne bergamasche, uno che te le dice in faccia e a volte nemmeno ci pensa a quello che dice. Ha fatto crescere politici giovani, alcuni con più senno altri molto idioti, ma fa parte dell’avventura. Ha avuto coraggio, ha fatto alleanze ma non si è mai svenduto politicamente, non so finanziariamente. Neppure la malattia lo ha fermato. Ha fatto tutto questo e adesso? Cosa lascia? Niente. Perché all’unico vero Partito nato negli anni 90 del secolo scorso manca tutto. Una vera linea e soprattutto una nuova guida. Chiunque vorrà sostituire l’Umberto sarà inadeguato e sicuramente non avrà lo stesso carisma e la stessa voglia.
E fortunatamente una trota non fa primavera.

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