venerdì 24 settembre 2010

CHI di MONETINA FERISCE…

Il cappio, le monetine, gli sputi e gli insulti erano molto usati nella comunicazione politica dell’inizio degli anni novanta. Certo, bisognava andare contro i ladri che si erano, forse, rubati soldi, notorietà, fama e potere. Facile allora, ma adesso, a quasi vent’anni da quei giorni, a quanto pare è difficile rimanere coerenti. Così chi sventolava cappi in Parlamento, oggi è il più fedele alleato di un partito pieno zeppo di inquisiti, a volte condannati a partire dal suo leader e fondatore: cari leghisti siete ko. Altri invece da estrema destra inneggiavano allo scandalo, sostenevano qualsiasi magistrato che abbattesse con avvisi di garanzia i professionisti delle tangenti: anche per gli ex di AN, oggi FL, un evidente ko di coerenza visto che anche loro, fino a poche settimane fa, sono stati alleati della PDL e che hanno il loro leader indiscusso che la Camera non solo la presiede ma anche l’affitta! Ma il bello arriva adesso. Quelli che lanciavano le monetine e sputavano copiosamente per le vie di Roma e Milano, oggi sono gli stessi che farebbero un’alleanza strategica con l’affitta camere delle istituzioni e che nella regione del nemico-amico Niki hanno più indagati che iscritti. Ko anche per il Piddì. E infine, e infine, e infine Tonino “Chips” Di Pietro. L’uomo di Montenero di Bisaccia sembra che verso la fine del 1994 disse a Borrelli che non avrebbe mai lasciato la magistratura e che non avrebbe mai utilizzato la sua notorietà per entrare in politica. Ko anche all’Antonio che da buon maestro ha insegnato come riciclarsi anche al collega De Magistris, detto dagli amici “toga si, toga no”.
Parafrasando l’Alighieri, “lasciate ogni speranza, voi che li votate”

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